I ragni fanno parte dell’ordine degli Aracnidi, composto da 112 famiglie e comprendente ben 46.738 specie esistenti al mondo.
La maggior parte di queste è composta da ragni predatori, sia di altri ragni che di insetti e quelli più grandi riescono a catturare anche piccoli uccelli e lucertole. Gli esemplari più giovani si nutrono anche di nettare, mentre gli adulti preferiscono il polline.
Alcune presentano dei cheliceri velenosi, in grado di immobilizzare le prede e altamente tossici per l’uomo. Negli ultimi anni, si è sperimentato l’effetto terapeutico di questo veleno e la sua efficacia come insetticida non inquinante. In generale, però, i ragni catturano le loro prede attraverso le loro ragnatele e iniettano il veleno solo successivamente.
In generale, questi insetti non sono molto socievoli e solo pochi esemplari tessono le loro tele in cooperazione con altri ragni. Per il resto, il loro comportamento è variegato: alcuni mostrano una semplice tolleranza di vicinato, altri si alleano per cacciare la preda e dividersela una volta uccisa. La vedova nera, poi, è conosciuta per la sua estrema aggressività.
La maggior parte dei ragni non supera i 2 anni di vita e solo alcune specie cresciute in cattività, come le tarantole, sono sopravvissute fino a 25 anni.
Questi insetti, di norma, non morde l’essere umano, a meno che non si senta altamente minacciato. In ogni caso, l’irritazione è grave tanto quanto quella provocata da un morso di zanzara o dalla puntura di un’ape. Alcune specie, però, provocano dei morsi seri e pericolosi ed è il caso della vedova nera, appunto, anche se il suo attacco arriva proprio in casi estremi.
Nel corso degli anni, l’uomo ha imparato a sfruttare i ragni sotto vari aspetti. Il primo riguarda sicuramente la cucina: molte specie, come le tarantole, vengono cucinate e mangiate soprattutto in Cambogia e in Venezuela e sono delle vere e proprie prelibatezze. In Paesi più civilizzati, invece, viene utilizzato il veleno come insetticida non inquinante per proteggere alcune specie di piante dall’attacco di parassiti. In ambito scientifico, invece, alcuni ricercatori ipotizzano il suo utilizzo per il trattamento dell’aritmia cardiaca, dell’Alzheimer, dell’ictus, delle ischemie e della disfunzione erettile.